A che punto è la vicenda del restauro del ponte di Castrola

L’antico ponte di Castrola di Giulia Brunini, Erica Pè

Il ponte di Castrola attraversa il torrente Limentra nel comune di Castel di Casio. Si trova su un’antica strada che collegava i territori della valle del Limentra con i territori delle valli del Brasimone, del Setta e del Bisenzio. È una struttura in pietra di rilievo storico e testimoniale, inserita in un pregiato contesto ambientale, ma che oggi versa in gravi condizioni statiche che ne compromettono la conservazione. Il manufatto è stato realizzato in una posizione in cui è presente un restringimento della vallata e la presenza di speroni rocciosi su entrambe le sponde, circostanze particolarmente adatte all’appoggio di una struttura a ponte.

Per tali ragioni, le associazioni locali, tra cui Nuèter e il CAI, hanno riacceso l’interesse pubblico sul ponte affinché le Amministrazioni competenti si impegnino a reperire fondi per un suo recupero.

A seguito di questo, il comune di Castel di Casio ha siglato un accordo con il Consorzio di Bonifica Renana per la realizzazione di primi interventi urgenti, conclusisi nel giugno 2020, volti a bloccare l’avanzamento del degrado delle strutture di imposta del ponte, interdetto anche ai pedoni per inagibilità, in attesa dell’intervento di consolidamento e restauro dell’intero manufatto.

Ad oggi il Consorzio sta proseguendo il suo impegno finanziando il progetto complessivo di restauro e consolidamento strutturale, elemento propedeutico e finalizzato al successivo reperimento di risorse economiche per l’esecuzione dei lavori. 

 

Note storiche di Renzo Zagnoni

Le vicende storiche del ponte di Castrola, sia di quello medievale che oggi non esiste più, sia di quello ottocentesco che è giunto fino a noi, sono state descritte sia da Paolo Guidotti in un suo scritto del .., sia dal sottoscritto.

Per il periodo medievale qui ricorderemo solo la data in cui il ponte è documentato, il 1189, e il fatto che in quel periodo dipese dall’abbazia benedettina vallombrosana di Santa Maria di Montepiano, che si trova sulla posizione di valico fra Setta e Bisenzio.

Non sappiamo fino a quando il ponte medievale svolse la sua funzione. Quello che è certo è che a metà dell’Ottocento si pose di nuovo la necessità di collegamento delle due sponde della Limentra, soprattutto in funzione del collegamento del versante destro orografico di questa valle con quella del Reno, lungo la quale era stata aperta nel 1847 la nuova strada carrozzabile e carreggiabile che oggi è detta Porrettana. Per questo i comuni di Casio Casola e di Camugnano cominciarono a discutere sul luogo in cui realizzare il nuovo manufatto. Nel 1843 l’ingegner Lorenzo Lorenzini presentò tre progetti per tre diverse località, fra i quali, dopo discussioni e polemiche, venne scelta Castrola. Questa soluzione venne appoggiata presso il cardinal legato, che era il governatore della Legazione pontificia di Bologna, dal parroco del versante destro della valle (Guzzano, Camugnano e Carpineta): anche se il ponte sarebbe stato costruito per intero su territorio comunale di Casio Casola, gli abitanti del comune di Camugnano erano i più interessati alla sua realizzazione, per i collegamenti coi Bagni della Porretta, i suoi importanti mercati del sabato e le sue fiere.

L’ingegnere in capo della Legazione raccolse tutti gli elementi utili e decise per l’ipotesi Castrola. Per questo i due comuni si accordarono per la costruzione e decisero di dividere a metà le spese necessarie. Il progetto di Lorenzo Lorenzini, che prevedeva una sola arcata, fu approvato nel 1847 e l’asta pubblica venne vinta da Francesco Nucci di Castiglione, per un costo di 1600 scudi in meno rispetto alla base d’appalto.

I lavori iniziarono nell’estate del 1848, ma furono subito sospesi per il sopraggiungere dell’inverno, e furono ultimati tre anni dopo, nel 1851. Non abbiamo però documenti relativi alla sua inaugurazione.

Chi volesse conoscere meglio le vicende storiche di Castrola dal Medioevo all’Ottocento può consultare i seguenti scritti:

- P. Guidotti, I ponti sul Limentra: contributo alla storia politica, economica e sociale di una vallata appenninica, in “Il Carrobbio”, 1975, pp. 213-243.

- R. Zagnoni, Il ponte di Castrola dal Medioevo al secolo XIX, in G. Sirgi, Il bacino di Castrola 1910-2001, Porretta Terme 2001 (“I libri di Nuèter”, 28), pp. 46-54.

 

Il ponte

Il ponte ha una geometria ad arco a tutto sesto, leggermente ribassato, a campata unica e con una luce di quasi 22 metri per circa 13 metri di altezza complessiva (parapetti compresi). È completamente realizzato in elementi di pietra arenaria locale, provenienti presumibilmente dall’alveo fluviale e dai campi limitrofi. 

Il manufatto presenta un estradosso caratterizzato da un elegante andamento a schiena d’asino ed è costituito da spalle di imposta realizzate in blocchi di pietra regolari, tagliati e posati a secco; le due arcate laterali sono anch’esse in blocchi di pietra, tagliati a concio e posati a secco; l’intradosso della volta è realizzata invece con pietrame squadrato e posato di coltello a mo’ di arco, murato a malta; i muri d’ala sono anch’essi realizzati con pietrame squadrato o irregolare e posato a malta, così come il timpano e il parapetto, quest’ultimo sormontato da una copertina in lastre di pietra di protezione; il piano di calpestio risulta realizzato con ciottoli e blocchi sbozzati. Lo stato di conservazione del ponte è pessimo. Infatti, sono presenti svariate e notevoli forme di degrado: diversi crolli parziali della struttura muraria che coinvolgono buona parte del parapetto sommitale e una parte del muro d’ala in destra idraulica nel prospetto a valle; lesioni passanti in corrispondenza della giunzione tra le arcate perimetrali e la volta; disgregazione della malta di muratura, in particolare nei muri d’ala e nell’intradosso della volta; erosione superficiale dei blocchi di fondazione che costituiscono le spalle del ponte e del piano di calpestio, causata rispettivamente dallo scorrimento dell’acqua in alveo e dal dilavamento delle acque meteoriche.

Globalmente, la geometria della struttura sembra essersi mantenuta: l’arco non presenta particolari segni di cedimento nel piano verticale, mentre si può osservare un lieve movimento di ribaltamento verso valle della struttura, per il momento di scarso rilievo. Si può concludere perciò che le principali criticità riguardano le caratteristiche meccaniche e di resistenza all’usura degli elementi lapidei e della malta con cui è stata realizzata la struttura.

Va inoltre specificato che non essendo stato possibile ad oggi effettuare una verifica di stabilità della struttura, la stessa risulta inagibile.

 

Il progetto di recupero - Ing. Davide Bertazzoli (Consorzio della Bonifica Renana), Arch. Erica Pè e Ing. Gianluca Ussia - Foto di Erica Pè

Obiettivo del recupero è il ripristino della sua originaria funzione, oggi attualizzata come collegamento turistico pedonale e ciclabile delle sponde del torrente Limentra, lungo percorsi trekking già in essere e quale elemento di supporto e connessione con il futuro tracciato ciclabile Eurovelo7 previsto sulla Strada Provinciale che da Riola conduce a Suviana.

I primi interventi di messa in sicurezza, finalizzati al contenimento dei fenomeni di degrado, hanno riguardato la ricucitura delle porzioni crollate dei muri d’ala in destra idraulica e il parziale consolidamento dei parapetti esistenti.

Contestualmente è stato eseguito un rilievo dettagliato del manufatto, e sono state effettuate prove di resistenza sui materiali dello stesso, informazioni indispensabili da reperire per poter poi sviluppare il progetto di recupero strutturale e quindi attuare i successivi interventi di restauro. Il progetto segue una linea di ricostruzione filologica, di quanto oggi andato perduto, così come già condiviso con la Soprintendenza competente. 

I principali interventi di consolidamento strutturale saranno realizzati tramite cuci e scuci delle murature ancora collabenti, iniezioni di malte, ristilature armate con cavi di carbonio, connettori passanti e soletta di rinforzo dell’estradosso della volta.

A sinistra, la spalla destra di valle del ponte prima dell’intervento di ricucitura della muratura crollata. A desra, la spalla destra di valle dopo i lavori di restauro conclusi in giugno 2020.

Il restauro filologico dell’intero manufatto prevede invece la ricostruzione dei parapetti crollati con elementi lapidei analoghi all’esistente, il rifacimento della pavimentazione con selciato tipologico, la totale stuccatura con malta a base di calce dei giunti e la messa in sicurezza contro la caduta dall’alto delle porzioni storicamente non protette. 

Si tratta di un intervento complesso, non solo da un punto di vista tecnico, ma anche per le numerose autorizzazioni che lo stesso richiede, in quanto bene monumentale vincolato, collocato all’interno di un alveo fluviale. Ciò rende particolarmente complessa ed onerosa anche la realizzazione delle opere, che necessiteranno di soluzioni esecutive ed organizzative finalizzate alla garanzia della sicurezza non solo dei lavoratori ma anche del flusso idraulico del Limentra.